venerdì 3 gennaio 2014

Abbiamo letto “Death Metal” di Tito Faraci

Amici carissimi!!! Innanzitutto ancora un buon anno (giusto per entrare nello spirito del: “lascio il 2013 a casa sua, e do il benvenuto al 2014”! E se potessi organizzare una Ola per salutare il nuovo anno...lo farei!)! Apro questo nuovo anno con la recensione di un libro che non è esattamente il mio genere, ma infondo è giusto ampliare i propri orizzonti no?! Ecco a voi un italianissimo Death Metal di Tito Faraci.


Titolo: Death Metal

Autore: Tito Faraci

Data di uscita: 03 settembre 2013

Editore: Piemme

Prezzo: 15,50 €

Pagine: 292


Trama
Immaginate di essere in viaggio con i vostri amici su un fantastico furgoncino Westfalia che perde olio ed è scomodo da morire. State andando al concerto del secolo: i mitici Tiamat suonano a un festival death metal, in un paesino disperso nella campagna dell'Oltrepò pavese, e voi siete stati chiamati per fargli da spalla... Be', non esageriamo: Lorenzo, Stefano, Matteo, Barbara e Walter, ovvero gli Snake God Hunters, sono solo capitati in scaletta prima dei loro idoli, ma saliranno comunque sullo stesso palco ed è il giorno migliore della loro vita. Sono partiti all'alba dalla Puglia e non ne possono più di viaggiare, ma il problema non è questo. Il problema è che si sono persi nella nebbia, lungo un fiumiciattolo che nemmeno è segnato sulle mappe, e c'è un camionista impazzito che li incalza e fa di tutto per buttarli fuori strada. È a questo punto che tutto comincia ad andare storto...
Ma buon anno a tuuttiiii! L’avevo già detto?! Oggi vi voglio parlare di un libro che rientra nel genere Young Adult ma che potrebbe tranquillamente essere rivolto a ogni fascia di età, ma soprattutto agli amanti del genere horror. Ora, è doverosissima da parte mia una piccola premessa (e quando mai?!): io sono una patita di film horror. Nel senso che amo guardarli. Ma anche non guardarli. Mi capita spesso di decidere di guardare un film horror per una sorta di masochismo credo, e di continuare ad infierire su me stessa nonostante la consapevolezza che “no me regge il cuore” alle scene di paura. Però ripeto: sarò masochista, e quindi li guardo! Assodato questo, inizio dicendo che una cosa è guardare un film horror, tutt’altra storia è leggere un libro horror. Nella mia infanzia, quando ero ancora alla ricerca del genere “adatto a me”, mi è capitato di leggere qualcosa di Stephen King (uno su tutti che mi è rimasto impresso è Misery non deve morire, del quale se non ricordo male hanno anche fatto il film) e non mi era dispiaciuto. Amo il brivido. Bramo il brivido (sin dall’infanzia?! Si si cari amici, sin dall’infanzia) e quando ho iniziato la lettura di Death Metal a dirla tutta, forse perché non leggevo da anni un horror, non avevo aspettative. Ora, non voglio sviolinare sul fatto che sia un libro bellissimo e che mi abbia emozionato tanto, però non è stata nemmeno una lettura pesante. Una struttura non molto lineare ma comunque abbastanza scorrevole, ho apprezzato molto la semplicità del linguaggio usato e la giusta dose di suspense nella narrazione. In Tito Faraci c’è un po’ di Stephen King, sebbene sia riuscito a mantenere intatta la propria personalità. Ammetto che tra i mille personaggi che spuntavano qui e là ho fatto abbastanza confusione, ma mi ha fatto sorridere anche la scelta dei nomi: da Mangiamerda (e non chiedetemi da dove deriva ‘sto nomignolo. Chiedete allo scrittore magari!) a Manzotin (anche qui no comment), dal Secco al Biondo,  non ho potuto far altro che concedermi una risata tra un capitolo e l’altro. Fino a quasi la fine del libro non capivo il senso di alcune situazioni (delle quali ovviamente non posso dirvi niente. Altrimenti poi dovrei uccidervi.) però effettivamente alla fine tutto diventa più chiaro. Ho provato simpatia per questa band di ragazzi pugliesi (simpatia per ovvi motivi campanilistici!) che a bordo di un furgoncino stile Scooby-Doo partono per andare ad un festival di metallari nell’Oltrepò Pavese. Solo che a un certo punto si perdono in un paesino sperduto (Malacarta…si chiama proprio così ed è già presagio di cose moolto brutte) e qui cominciano a succedere le cose più assurde e impensabili. Ammetto che a un certo punto ho anche pensato sbucasse qualche zombie da qualche parte (no tranquilli, non è successo!) però la storia che si svolge tutta in una intera notte vede la presenza di molti personaggi, abitanti del paese, poliziotti, ragazze, un gigante con la faccia da bambino, all'apparenza tutti molto normali ma in realtà uno più psicopatico dell'altro. Gli amanti del genere sono sicura non disdegneranno questa lettura, anzi sono certa che piacerà abbastanza, ma se c’è qualcuno debole di cuore (Tessa sorry!) beh…sappiate che è una lettura da cardiopalma e che vi regalerà un brivido dopo l’altro! Tutti avvisati!

Un abbraccio (e buon anno)

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